L'«Asino» e un poema eroicomico diviso in dodici canti che il padovano Carlo Dottori nato Del 1618 compose per descrivere la guerra del 1200 tra Padova e Vicenza, ad imitazione di quello che scrisse il modenese Alessandro Tassoni Del 1622 intitolato «La; secchia rapita» e descrivente le lotte avvenute in tempi antichissimi tra Modena e Bologna. Entrambi i poeti oltre agli episodi eroici, misero in ridicolo i futili motivi di quelle lotte. Quella tra Modena e Bologna avvenne perche i Modenesi Del 1200 entrati di soppiatto a Bologna ne tolsero una vecchia secchia da un pozzo e la portarono in trionfo a Modena. I Bolognesi ne chiesero la restituzione, i Modenesi opposero un rifiuto, ed i Bolognesi intimarono loro la guerra appoggiati da truppe di altre città, mentre i Modenesi avevano l'aiuto dell'imperatore - Federico II che invio suo figlio Enzo con un grosso esercito, tra i cui capitani vi era pure il famoso e ridicolo conte di Culagna tanto vile quanto millantatore. La vittoria rimase ai Modenesi e la famosa secchia si trova ancora conservata nel Duomo di Modena..I Bolognesi peri) fecero prigioniero Enzo figlio dell'imperatore e lo portarono a Bologna come ostaggio e non vollero pin rilasciarlo ed infatti cola mori nel 1272. . II poema del nostro Dottori e ispirato invece dalle vicende di uno stendardo dei Vicentini, sul quale era figurato un asino, e che essi portarono per dispregio nella suddetta guerra contro i Padovani; stendardo più volte preso e perduto, ma che alla fine rimase ai Padovani. I Vicentini a lor volta conquistarono una ruota del carroccio dei Padovani ruota che ancora conservasi nel Museo di Vicenza, e che veniva portata in processione durante una festa chiamata appunto della «Rua;» parola che in dialetto vicentino vuol dire ruota. Carlo Dottori discendeva da una illustre famiglia, nella quale era tradizione che tutti i maschi si laureassero all'Università, ed appunto per questo quella famiglia aveva assunto il cognome di Dottori. II nostro Carlo Dottori mori nel 1686 nella sua casa in via Altinate che. ora porta il n. 26 e che è attualmente di proprietà Lucatello.
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